Questo è un post lungo.
Perchè tanti sono i ringraziamenti che vogliamo fare a conclusione di questa ricca 2^ edizione de Gli Stati della Mente.
Ci siamo prese una settimana di silenzio per lasciare decantare le emozioni e le riflessioni dopo il pieno dei giorni del Festival.
Iniziamo sicuramente dal ringraziare le volontarie e i volontari che nelle ultime settimane ci hanno supportate e sopportate nei giorni caldi della manifestazione. Un ringraziamento speciale va a Cecilia Beretta che ci ha seguite con pazienza e competenza, occupandosi di moltissime cose, dagli aspetti pratici alla comunicazione come ufficio stampa.
Molto dobbiamo anche a Giovanna Laìso che con il suo sguardo ha documentato i giorni del Festival.
Un grande Grazie va anche a tutte le persone che ci hanno gravitato attorno in questo anno e più, da chi ci ha dato una mano a realizzare le iniziative, a tutte le persone che ci hanno aiutato a diffondere e far crescere questo progetto; a chi ha prestato il proprio tempo e le proprie competenze come Walter Ronzani, che ha saputo realizzare un cineforum di qualità che ha permesso alla città di avvicinarsi ai temi del Festival e di accompagnarci fino a giugno. Visioni della mente ha portato più di 300 persone in questi mesi a confrontarsi su temi non sempre semplici da affrontare, usando uno strumento potente e poetico come il cinema e avvalendosi del contributo di professionisti in grado di aprire il dibattito in modo coinvolgente. Questo grazie anche alla perenne collaborazione con Alessandra Sala e Francesco Gardellin che con pazienza e professionalità, ma anche con passione, ci hanno seguite in questi mesi partecipando in modo attivo a tutti gli eventi e dando un grande contributo anche per l’organizzazione e i rapporti con le istituzioni cittadine.
Fondamentale l’apporto di Viola Gaudiano che si è occupata, e si occupa in queste ore, di sistemare e gestire i fondi, le partnership e i bandi, il cui apporto è stato prezioso anche proprio perchè ci ha permesso di accedere con successo al Bando SIAE – Sillumina, rivolto a giovani artisti e che ha supportato le attività delle due danzatrici Anna Altobello e Matilde Melanotte che in questi mesi ci hanno accompagnato con laboratori e performance.
Rimanendo sul piano della performance dobbiamo ringraziare Il Teatro Comunale e il Teatro Astra – la Piccionaia, per averci supportato e aver accolto gli eventi del Festival nella propria programmazione, in particolare con lo spettacolo conclusivo “Un bès Antonio Ligabue” con Mario Perrotta, che con il suo talento e la sua passione ha emozionato e commosso una platea che lo ha ringraziato con una standing ovation.
Altra performance emozionante è stata quella conclusiva dell’Orchestra Invisibile, accompagnata da Filippo Mampreso, che ci ha dimostrato in modo inequivocabile come l’arte, in questo caso la musica, possa davvero essere un percorso di benessere in sè e come sia un potente strumento di comunicazione e di relazione, anche in quelle condizioni in cui “la parola” manca.
La stessa esperienza che abbiamo fatto con il laboratorio Wurmkosfigure – nello splendido giardino della Biblioteca La Vigna che ringraziamo per l’accoglienza – dove lo spazio artistico e creativo è principalmente uno spazio di relazione, in cui però ciascuno trova il proprio tempo e i propri modi e dove l’incontro con l’altro e il sentirsi dentro ad uno spazio di condivisione, fa emergere una creatività libera e allo stesso tempo “contaminata” dalla dimensione collettiva; esperienza che ritroviamo nella mostra curata da Wurmkos “Partire da due”, ancora visitabile a Valmore Studio d’Arte che ringraziamo di essere stato nostro partner.
Arte come percorso di benessere dunque, tema centrale del Festival, argomento affrontato con Stefano Ferrari, Marco Salustri e lo stesso Pasquale Campanella e che abbiamo poi ripreso in senso allargato, nella tavola rotonda curata dal Dott. Andrea Danieli con la partecipazione eccezionale di Titino Carrara, Pierangelo Bordignon e Mauro Saterini, che ci hanno portato la loro personale esperienza e la loro professionalità, prestandosi al confronto.
Lo stesso vale per le colleghe del tavolo donne e psichiatria le dott.sse Alessandra Oretti e Valentina Botter che ci hanno regalato uno spaccato significativo dell’esperienza triestina, affiancate dalla dott.ssa Belinda Ciulli che ha portato un’esperienza dedicata alle donne sul nostro territorio in dialogo con Alessandra Sala; o ancora Dario Stefano dell’Aquila e Antonio Esposito che con il lavoro di ricerca sulla vicenda di Antonia Bernardini, hanno restituito dignità ad una storia che merita di non essere dimenticata e che ci porta a riflessioni ancora attuali. Un ringraziamento speciale anche a Ivana Cerato che ci ha regalato un racconto molto intimo e personale su Assunta Signorelli, alla quale il tavolo è stato dedicato.
Ringraziamo moltissimo anche i colleghi e le colleghe dell’Associazione OIKOS per essersi prestati in prima persona ad un’esperienza di laboratorio che li vedeva protagonisti, ossia il percorso di Body Awareness Lab condotto da Samuele Papiro, esperienza dalla quale è originata la mostra “Incidental Findings” che è stata visitata nei giorni del Festival al Laboratorio Arka.
I professionisti di OIKOS sono stati anche i curatori dell’incontro sulla psicosomatica con Maria Pusceddu e Claudio Riva, che ha riempito la sala di Palazzo Leoni Montanari di sabato mattina e che nel pomeriggio hanno regalato alla cittadinanza la possibilità di partecipare a tre eventi gratuiti tra laboratori e dialoghi, che hanno accolto più di 60 persone presso gli spazi del Centro diurno riabilitativo terapeutico San Felice, già sfondo dei laboratori di “Flamenco Inlcusivo” condotti da Matilde Melanotte. La scelta di animare uno spazio con una storia “importante” è alla base di uno dei principi del Festival, la rigenerazione dei luoghi, tema cardine del lavoro “Je so pazzo”, il docufilm di Andrea Canova, proiettato domenica 10 a chiudere il ciclo Visioni della mente.
Luoghi inusuali sono anche quelli in cui ci ha condotto David Caliaro con il suo surround live set “Caves” che ha portato più di 70 spettatori dal cortile di Palazzo Trissino in un viaggio nella vita delle grotte più grandi del mondo.
Sono stati viaggi anche quelli degli “Stati d’animo. Luoghi di una geografia interiore” grazie ai suggestivi collages digitali di Paolo Rinaldi che illustrano l’omonimo volume di Beniamino Sidoti e che sono stati esposti a partire da aprile presso la Fondazione Vignato e visibili fino alla conclusione del Festival. Ringraziamo la Fondazione per aver aperto le porte del proprio spazio alla città diventando partner del Festival, grazie all’impegno di Elisa Paiusco.
Altra location inusuale per una mostra è stato il Centro Medico Rindola che ha accolto i lavori di Ilaria Iacoviello e del suo progetto “Non siamo soli”, che vuole far riflettere sui pregiudizi nei confronti della malattia mentale.
Pregiudizi e sofferenza che sono stati anche i temi della retrospettiva sull’artista afroamericano Thom Shaw esposta nelle sale di Palazzo Cordellina, grazie alla collaborazione con la Biblioteca Bertoliana. Ringraziamo i due curatori Daniele Imbimbo e Luca Pizzocheri, e Sabrina Bedin di Obiettivo Casa che ha sostenuto il progetto.
I ringraziamenti sarebbero ancora molti, a partire dai nostri partner come Pane Quotidiano e Bottega Faustino che ci hanno nutrito e rinfrescato all’inaugurazione e all’evento conclusivo, nonchè alla serata festosa del Follemente Party.
Un ringraziamento speciale va ad Anna Menti per la pazienza e la capacità di realizzare un progetto grafico così bello che potesse veicolare i messaggi del Festival, impreziosendolo. La stessa gratitudine va a Michele della Tipografia Peretti, azienda familiare del territorio, che abbina la passione alla qualità e professionalità.
Un ringraziamento sempre importante va a Laboratorio Arka, spazio di coworking nel cuore della città che vede nella condivisione e nelle relazioni il proprio obiettivo, e che è e rimane la “casa” de Gli Stati della Mente.
Ringraziamo anche tutte e tutti gli artisti e professionisti che in questi mesi hanno collaborato con noi, prestando il proprio tempo e la propria competenza, partendo da PENZO+FIORE che hanno allacciato il primo rapporto con le scuole realizzando un laboratorio per una classe del Liceo Artistico Boscardin, ma anche a Lorena Garzotto, sempre in prima linea agli eventi, che assieme a Brigitte LeJeune ha offerto un laboratorio dedicato agli operatori della cura; e poi un ringraziamento a tutti gli spazi cittadini che ci hanno accolto, dalle Gallerie alle Biblioteche, al Bocciodromo così come il Bar Borsa, gli studi dentistici e i centri medici.
Per questa possibilità ringraziamo anche il Comune e la Provincia di Vicenza, l’ULSS 8 Berica nonchè la Fondazione Cariverona e tutti e tutte coloro che hanno sostenuto il festival anche con un contributo economico.
La rete è ancora grande e crescerà ancora, perchè senza rete si cade!
Per conoscere la rete che ci ha accompagnato fino a QUI.
Continuate a seguirci, a proporci idee, a interagire: il progetto cresce a poco a poco grazia al contributo di tutte e tutti voi.
Petra e Manuela