“Al di là dell’innegabile valore e merito di tutti i lavori degli artisti selezionati dalla commissione, la scelta di Fusion / Inaudita va a Michele Tajariol perchè nella sua opera troviamo connessioni sia formali che concettuali in linea con la nostra visione artistica e curatoriale che molto spesso predilige l’approccio del “personale politico”. Condividiamo l’interesse e l’indagine de Gli Stati della Mente per ciò che riguarda il rapporto dell’artista/essere umano con il Limbo che lo rende duale, il discollamento tra l’immagine intima e la sua proiezione sociale e la difficoltà paradossale di essere capaci di specchiarsi in sé con lo scopo di creare un dialogo “onesto” con l’altro. Ponendo il focus su un’idea di identità quasi aliena da Sè (ma allo stesso tempo ego ed alter ego) attraverso l’utilizzo della maschera del camouflage come seconda pelle che copre, nasconde, soffoca, chiude, macera, innesca meccanismi alchemici, trasmuta, reinventa e ricrea un’identità in cui ogni “volto” diventa possibile, l’artista riesce a mostrarci una via d’uscita, una soluzione valida per poter risolvere la crisi esistenziale dell’essere umano immerso in una società/attualità già distopica. Il “sopra-volto” è una crisalide, all’interno vi troviamo il movimento, la spinta, il pensiero. La testa è il centro, la scatola cranica è l’origine, la dannazione e la rivalsa. Ma la crosta superficiale è anche pelle, essudazione concettuale, verità più vera, domanda della domanda, desiderio realizzabile non utopico e quindi concreto. Ci interessa questa capacità di sondare l’individuo partendo dall’esperienza privata. Ci interessa che ci sia questa immobilità del ritratto che desume un’enorme fermento interiore, ci interessa la poesia e il turbine, l’esuberanza del colore e la capacità di entrarsi dentro per catapultarsi oltre”