Di seguito alcune riflessioni in merito al contributo dell’artista Anna Altobello per questa seconda edizione de “Gli Stati della Mente”.
PARTERRE
Restituzione laboratorio
Parterre è il titolo del training performativo condotto dall’artista Anna Altobello, opportunità offerta da Gli Stati della Mente per mettere in dialogo il suo lavoro “superfame” con persone interessate ad esplorare nuove modalità di movimento e ad incontrare spunti di ricerca verso un proprio vocabolario.
Si è svolto nell’arco di due giorni, nel weekend del 19 e 20 maggio 2018, nello spazio associativo di Porto Burci a Vicenza, realtà attiva e radicata sul territorio: questa il motivo della scelta, condivisa dall’artista, per il comune desiderio di creare sinergie con le associazioni che, anche in ambiti diversi, si occupano di un discorso sulla collettività.
Di fatto lo stesso laboratorio si è rivolto a persone di tutte le età ed esperienza, questo per aprire la pratica a chiunque volesse approfondire un linguaggio del corpo senza relegarlo all’ambito del professionismo.
E’ emersa già dal primo giorno la “buona influenza” di una pratica sul corpo: il solo immergersi nella possibilità di percepirsi in movimento insieme ad altre persone ha effetti positivi sul singo, una sensazione riportata dagli stessi partecipanti a partire dai primi momenti di riscaldamento.
A questo si aggiungono altri aspetti positivi riportati dalle partecipanti:
– la percezioni di “poter imparare qualcosa di nuovo” e dunque entrare in contatto con una nuova abilità;
– fare qualcosa che si prende cura del corpo;
– condividere un’esperienza;
– dare espressione a ciò che non riesce a trovare traduzione in parole;
– percepirsi in un atto creativo, una situazione in cui stai generando nuove possibilità.
I percorsi proposti sono stati aderenti al personale metodo di esplorazione del movimento dell’artista, con un fuoco particolare sugli elementi della performance “superfame”, presentata poi a giugno a palazzo Cordellina a Vicenza in occasione dell’inaugurazione del Festival.
Anna Altobello ha riportato quanto sia alto l’arricchimento in questo confronto: domandarsi “come trasmettere anche a non professionisti una ricerca” le ha permesso non solo di entrare in contatto con i contenuti del lavoro più profondamente ma, soprattutto, di accedere a immaginari e terminologie concrete ed afferrabili, anche a se stessa. La possibilità di condurre altre persone all’interno delle sue domande fondanti, ha aperto nuove possibilità al lavoro e rinforzato il desiderio di approfondirne altri aspetti.
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SUPERFAME
Restituzione performance
Il 6 giugno si è presentata la performance superfame a Palazzo Cordellina a Vicenza in occasione della serata inaugurale del Festival “Gli Stati della Mente | Racconti Limbici”.
La direzione artistica ha condiviso con l’artista le riflessioni sull’organizzazione dell’evento, dalla scelta della location alla modalità più efficace per far emergere il lavoro, in un vero e proprio affiancamento.
Il Festival “Gli Stati della Mente” con i suoi contenuti, si è confermato una realtà adatta ad accogliere superfame, performance caratterizzata soprattutto dall’unione di più linguaggi.
In scena Anna Altobello, il musicista Andrea Sanson e un sacco pieno di carta appallottolata.
Il luogo si è rivelato ideale per la performance, dando spazio ad una precedente intuizione, cioè quella che il lavoro potesse svolgersi in spazi urbani.
Portare superfame nel cortile di una vecchia scuola elementare della città ha consegnato al lavoro la giusta collocazione, arricchendolo di dettagli scenografici e sonori a partire dagli elementi l’ambientali (un cielo aperto, un albero secolare, l’eco dei suoni, il ritmo del calpestio della ghiaia, il canto degli uccelli in volo…).
Il pubblico numeroso ha accolto il lavoro con grande attenzione e silenzio; la collaborazione dello staff ha creato un ambiente cordiale e generoso nell’accogliere gli artisti quanto i partecipanti all’iniziativa, dando così spazio all’incontro: più persone dopo la performance si sono sentite libere di portare le proprie impressioni su quanto visto, rivolgendosi direttamente ad Anna ed esprimere con accuratezza le emozioni che superfame ha saputo suscitare.
Una prossimità che, anche su dichiarazione di Anna, è una grande opportunità per pubblico e artista: confrontarsi su quella che in fondo è una esperienza condivisa. Significativa è stata anche la presenza di chi aveva partecipato al laboratorio, incuriosito di vedere come una pratica possa diventare spettacolo.
Il pubblico è stato una grande presenza: il festival, grazie alla propria tematica e modalità, ha saputo preparare le persone a linguaggi artistici non convenzionali e di complessa catalogazione e così facendo, ha creato un clima di disponibilità e attenzione su quanto si andava ad incontrare, per quanto inusuale, ed ha suggerito percorsi alternativi di lettura sull’umano.
La performance è stata affiancata da un service tecnico molto efficiente che è stato realmente parte attiva non solo nella preparazione della performance ma anche nel suo svolgimento, considerando anche le complessità del luogo; anche questo aspetto ha fatto emergere l’importanza di un dialogo vicino e costante tra tutte le parti: la direzione artistica del festival ha voluto coltivarlo e mantenerlo vivo in ogni momento, sia nella proposta di programmazione rivolta al pubblico sia con gli artisti coinvolti, chiamandoli a confrontarsi attivamente coi propri mezzi sul tema della malattia mentale o meglio della salute mentale, e dunque dell’umano.
Così facendo si è creato un clima di grande partecipazione tra diverse professionalità, libero dal giudizio e disponibile a generare nuove immagini e pensieri in un dialogo collettivo.