Lo spettacolo è il racconto a più voci della prima esperienza di animazione teatrale condotta dentro a un manicomio, a Trieste, nel 1973. Esperienza che aprì il manicomio alla città e contribuì a cambiare “il modo di essere del teatro e della cura”. E’ il racconto di un ‘epopea collettiva che vede protagonisti, in anni che ora ci appaiono mitici, le visioni di Franco Basaglia, di Giuliano Scabia e del gruppo di artisti e operatori che, per primi, provarono a “sfondare” il Muro dell’ospedale psichiatrico.
Lo spettacolo nasce dal testo omonimo ed è un’elaborazione per attore solo del denso tessuto di voci che dialogano e monologano nel corso della vicenda. Un teatro affidato alla fisicità dell’attore, al ritmo del dialogo, alla caratterizzazione sintetica dei personaggi e alla forza intrinseca della storia narrata.
Il testo nasce dalla confluenza di alcune fonti rielaborate all’interno di una cornice drammaturgica appositamente creata. La prima fonte è il libro “Marco Cavallo, scritto da Giuliano Scabia, una cronaca fedele, partecipata, resa giorno dopo giorno dei due mesi di lavoro all’interno del manicomio di Trieste allora diretto da Franco Basaglia. La drammaturgia ha utilizzato frammenti di diversi testi, rimontandoli all’interno di una situazione di teatro nel teatro che presenta tre personaggi principali e uno stuolo di altre varie figure. La situazione di partenza vede un personaggio rievocare un episodio essenziale della propria remota vita di studente universitario. Mandato dal professore a Trieste a vedere il lavoro di un gruppo teatrale che opera nei padiglioni dell’ormai smobilitato manicomio (siamo alla metà circa degli anni ’80 del secolo scorso) lo studente incontra personaggi, reali e immaginari, che al suo arrivo stanno mettendo in scena uno spettacolo sulla storia di Marco Cavallo. Le curiosità, le ingenuità, le resistenze dello studente si intrecciano al racconto di quella storica esperienza e alle idiosicrasie, ai tic, alle manie bizzarre e divertenti della compagnia dei “matti”. Seguiamo in flash-back la vicenda dello studente in perenne instabile equilibrio tra timidezza, diffidenza e volontà di capire, fino alla conclusione corale e all’epilogo personale; e insieme entriamo nel vivo della cronaca di quei 60 giorni di liberazione e di riscatto vissuti dai malati del manicomio, al principio di quella straordinaria stagione culminata nel 1978 con l’approvazione della legge 180 (nota anche come legge Basaglia) sulla chiusura degli ospedali psichiatrici.
Di e con Franco Acquaviva
Aiuto regia Anna Olivero
Operativo dal 1999, il Teatro delle Selve si radica nel territorio cusiano (lago d’Orta), tra le province di Novara e Verbania con un’attività professionale che spazia dalla produzione di spettacoli di ricerca, di strada e per l’infanzia – rappresentati in teatri, università, feste di piazza, rassegne teatrali nazionali di ricerca in ambito nazionale – alla costruzione di un’intensa e continuata relazione pedagogica con le scuole, con i giovani e con gli adulti attraverso l’organizzazione di seminari e laboratori.
Gli spettacoli del Teatro delle Selve mettono al centro la ricerca sull’attore e sulla drammaturgia. Ricerca rivolta sia ad indagare i modi e le tecniche dell’attore nel suo lavoro di scena, sia i modi del suo porsi in relazione ai diversi contesti comunicativi in cui è necessitato ad agire.
Dall’atto della sua fondazione la Compagnia ha prodotto più di 30 tra spettacoli e azioni teatrali. Negli ultimi anni essa ha dato vita a un proprio filone di ricerca sul Teatro in Ambiente Naturale, che si è concretizzato in una decina circa di produzioni en plein air, nell’organizzazione di TRE edizioni del convegno nazionale AGIRE IL PAESAGGIO.
Nel 2006 viene riconosciuta dalla Regione Piemonte come RESIDENZA MULTIDISCIPLINARE con la denominazione “Sul Lago d’Orta – l’ecologia sottile del teatro
Organizza la rassegna estiva Teatri Andanti, giunta alla quattordicesima edizione.
Organizza la stagione teatrale Vado a teatro! al Teatro degli Scalpellini giunta alla quarta edizione (ospiti principali: Giuliano Scabia, Marco Baliani, Ugo Dighero, Carrozzeria Orfeo, Teatrul Act, Odin Teatret ed Eugenio Barba).