Dal racconto Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe. Una luce avvolge nell’ombra la realtà viva del cuore di un uomo contorto e malato, condannato ad uccidere, spinto da una voce interiore.
Ascoltiamo quel clamore abbandonato senza ragione, i giochi perversi della sua mente, dove normalità e follia si mescolano, lì si aprono voragini…e qualcosa si è perduto: carne, sangue, respiro, membrane di memoria. Trame sottili come il filo del ragno, intrecciate, contorte, perfette e dolorose.
Al centro di una vicenda abitata dalla vertigine e dai fantasmi della mente. La dimensione sonora di voce e musica si fa costruzione drammaturgica. Immagini nella penombra di un luogo fisico mentale.
La musica esplora l’inconscio del suono. Ombre, appartengono al panico sommerso o alla luce della notte. Tenere insieme una materia quale la follia, che per sua natura sfugge verso l’indistinto.
Di e con Patricia Zanco, Gabriele Grotto alle batterie
FBST è una giovane realtà fondata nel 2011 da Patricia Zanco con Daniela Mattiuzzi Cosimo Guasina e altri artisti nomadi che di volta in volta hanno collaborato e partecipato alle produzioni della compagnia. Patricia Zanco viene da una formazione internazionale di ricerca teatrale, di voce e di danza e di tai chi ciuan praticato per molti anni in Italia. Fuggendo allora dalla formazione accademica ha cercato i maestri che prima per lei lo sono stati di libro, in giro per l’Italia e l’ Europa, e poi alcuni, di pratica. Inizia l’attività di ricerca e produzione teatrale partecipando anche a produzioni di altri gruppi quali la Societas Raffaello Sanzio. Come trainer poetica conduce laboratori con attori, danzatori e cantanti su voce e uso del corpo in azione e sulla qualità della presenza scenica. Ai laboratori di specializzazione o rappresentazione scenica si aggiungono anche i laboratori rivolti a tutti, dove la crescita personale meglio si esprime come esperienza profonda. E’ il caso, per esempio, di workshop sulla ricerca vocale.
Gabriele Grotto nasce a Malo (VI) nel 1966. Inizia a suonare in giovine età la batteria del padre, approcciandosi liberamente alla musica, attraversando i generi più vari: jazz, musica da balera, rock, solitarie sperimentazioni. Dagli anni ’80 inizia l’attività concertistica suonando soprattutto jazz e rythm’n’blues. Verso la fine degli anni ’90 partecipa a progetti concertistici e discografici di musica etnica e latin con gli Hotel Rif e Patrizia Laquidara, poi si dedica prevalentemente al jazz contemporaneo e alla sperimentazione, facendo interagire la batteria con le più diverse forme espressive: danza, teatro, video, poesia, reading, performance. Partecipa a produzioni teatrali, collabora con la coreografa Chiara Bortoli, con scrittori e poeti, con compositori di musica contemporanea, con musicisti della scena sperimentale dove centrale è la pratica dell’improvvisazione, con musicisti della scena newyorkese, con la cantante iraniana Farzaneh Joorabchi, partecipando a festivals in Italia ed all’estero. All’attività musicale affianca (e inevitabilmente mescola) l’attività di filmaker realizzando cortometraggi, documentari, videoinstallazioni, performance di batteria-video, musicazioni di film muti.
www.patriciazanco.it